Pet therapy in Meridiana

Rosa ha partecipato insieme ad altri 3 ospiti ad un’attività di Pet Therapy gestita dall’associazione “Pet Project” di Teolo. Ecco alcune sue impressioni!

-Cosa fai durante l’attività di Pet Therapy?

-Nella prima parte viene spiegato come funzionano i sensi degli animali e le differenze con quelli umani. Nella seconda parte giochiamo con gli animali.

Quanti sono e chi sono i partecipanti?

-Siamo in quattro a partecipare: Mel, Fil, M. ed io.

-Ti piace?

-No, perché ci sono i cani che mi fanno paura

-Che sensazioni provi durante l’attività?

-Mi sento male perché non mi piacciono gli animali.

-Ti è piaciuta di più l’attività con le cavie o con i cani? Perché?

-La parte con cavie perché non mi fanno paura.

-Qual è il momento che ti è piaciuto di più del percorso svolto?

-Dare da mangiare alle cavie.

-Dove siete andati durante l’ultimo incontro di Pet Therapy?

-Siamo andati a casa della Pet-operatrice Stefania, a Bresseo.

-Com’era il luogo dove avete svolto l’attività? Quanti animali erano presenti?

– C’era una casa molto grande dove ci hanno offerto un buffet e un parco pieno di animali dove abbiamo giocato con loro. Gli animali erano tanti: 5 cani, una cavalla bianca, un cinghiale, una gallina. Tra i cani c’era Totò un cane molto simpatico. Le cavie non c’erano, le avevano lasciate anella loro casetta.

-Che attività avete svolto?

-Abbiamo fatto correre i cani, gli abbiamo dato da mangiare, ho dato del pane alla cavalla.

-Quale ti è piaciuta di più?

-Mi è piaciuto tutto, soprattutto dare da mangiare alla cavalla.E’ stata una bella esperienza, la cosa più bella è stata far correre i cani nel parco. Mi piacerebbe rifare questa esperienza. Sono molto felice che sia venuta anche la Marta con noi, per concludere questa esperienza.

Rosa

Un viaggio breve, ma intenso

La mia esperienza di Volontaria del Servizio Civile è stato un viaggio. Un viaggio breve, preannunciato come tale, il che aiuta ad assaporarne ogni attimo al massimo.

E’ quello che ho cercato di fare, vivere appieno ogni giorno a mia disposizione per condividere qualche momento di vita con  queste persone. Per conoscere e farmi conoscere da chi ne aveva voglia, chi ne aveva la possibilità; per avvicinare chi mi faceva cenno di andare più vicino e restare a distanza da chi non riusciva a permettersi certe vicinanze.

Tutto questo condividendo la “semplice” quotidianità degli ospiti della Comunità Meridiana e del Gruppo Appartamento Casa Ama, preparando le tavole per il pranzo o la cena, bevendo un caffè, facendo una passeggiata, passando del tempo seduti su una panchina o su un terrazzino.

Talvolta in silenzio, talvolta accompagnati da risa fragorose, pianti strazianti e lunghe chiacchierate.

La vita, lo scorrere del tempo degli orologi vissuti insieme. Apparentemente banale, semplice, è una cosa grande, dal valore inestimabile.

Ne esco più grande, più ricca (non di denaro).Con un senso di pienezza e un po’ di amarezza, perchè è sempre fatica giungere al termine di un viaggio, pensare alla fine di tutto questo.

Intenso e breve. Forse vanno a braccetto non a caso, se non fosse stato così breve, probabilmente non sarebbe stato altrettanto intenso.

Un anno in cui si sono intrecciate con la mia, tante vite,dense di sofferenze, gioie, ricordi, rimpianti.

Devo un grazie che non ha limiti a tutti coloro che mi hanno permesso di entrare nella loro vita e che sono entrati nella mia, ma anche a chi delicatamente mi ha tenuto a distanza, perchè ci sono distanze piene di rispetto, comprensione, scambio. E me l’hanno insegnato un po’ anche loro.

Volontaria del Servizio Civile Nazione,

Micaela

CONSIGLI AD UN’AMICA

 

Cara amica che ci leggi,

siamo gli ospiti della comunità La Meridiana di Padova.
Innanzitutto per realizzare un blog serve una persona esperta di informatica. Poi servono dei contenuti. Noi ogni 15 giorni ci incontriamo e discutiamo riguardo una certa tematica sulla quale scriviamo un articolo. Successivamente decidiamo assieme quali articoli pubblicare.
A noi piace aggiungere foto e altri file multimediali, nello specifico non abbiamo ben capito la tua dinamica con il papà, però conoscendo anche noi ansia e agitazione ti diamo alcuni consigli per affrontarle meglio:
– fare una passeggiata
– fare un respiro profondo
– fare esercizi di rilassamento
– fare cose piacevoli che ti distraggano, ad esempio portare a spasso il cane
– parlare con qualcuno di esperto
– ascoltare musica
– fare giardinaggio
– se sei tanto agitata, prendere dei farmaci
– fare un bagno caldo
– bere una tisana rilassante o un the
– uscire con gli amici
– chiacchierare e buttare fuori il problema

Quando sarai più calma, cerca di capire la vera causa.
NON FARE
– non abbuffarsi
– non bere troppi caffè
– evita alcolici
– non isolarti
– non prendere decisioni affrettate
– evita contratti di qualsiasi tipo (telefonici, gas, luce)

Sperando che i nostri consigli possano esserti stati utili ti salutiamo con affetto.

PAURA

Per me la paura è un mostro che prosciuga le mie forze, che mi butta giù… che mi fa chiudere in me stessa… mi annienta.

Quando sono in balla anche il mio corpo viene coinvolto: la sudorazione aumenta, il respiro si fa affannoso, la vista si offusca, tremo, la mia mente si sente ingabbiata… io la definisco una sorta di “claustrofobia mentale”!!

In questi momenti desidero un abbraccio forte e una frase: “Non ti preoccupar, è tutto finito, andiamocene da qui!”.

Chiaro che non è sempre possibile che qualcuno ci salvi, e uscire da soli da questa tremenda sensazione è un’impresa ardua. Da quando sono in Meridiana ho appreso diverse strategie: nell’apice della paura, quando è possibile, fare una telefonata ad una persona cara e spiegarle cosa mi sta succedendo; in questo modo si dimezza la paura e si ritorna lucidi. Nel caso in cui si è totalmente da soli io ho sperimentato questo metodo: prima di tutto faccio dei respiri profondi, in modo da rallentare il battito cardiaco e regolarizzare il respiro, poi cammino per abbassare la tensione muscolare, e per quanto riguarda la psiche penso intensamente alle persone che mi vogliono bene, che mi dicono: “Dai Lu che ce la puoi fare, noi facciamo il tifo per te”.

Non è sempre facile reagire alla paura, ma se posso scelgo il male minore: essere schiavi di questo “mostro” è molto più sofferente che sconfiggerlo.

Quindi riassumo, tiriamo fuori il coraggio, stringiamo i denti! Solo così si possono annientare le paure. Grazie all’aiuto degli altri e alla forza interiore si può vivere liberi dalle paure.

Lu

LA NUOVA VITA DI CRISTINA: “NON SPEGNERE LA LUCE”

Lunedì 10 ottobre è stata la giornata mondiale della SALUTE MENTALE. Per l’occasione il CSM di Padova ha organizzato l’evento “Diversamente” che si è svolto al Centro Culturale San Gaetano.

Per prima cosa è stato proiettato un docufilm sulla storia di Cristina Marcato tratta dal suo libro “Non spegnere la luce”.

La storia di Cristina è stata piena di sofferenze: dagli stupri subiti da piccola, ai tentati suicidi e alle crisi di panico che a lei sembrava potessero portarla anche alla morte. Era Lella Costa a dar voce agli stati d’animo più forti descritti da Cristina, con un’espressività travolgente. C’erano anche diverse testimonianze di medici, psicologi e altri operatori che hanno seguito Cristina nel suo percorso in particolare nella comunità terapeutica di Montememerlo. Proprio la Cristina ha incontrato Marco, un ragazzo molto dolce e sensibile che ha contribuito non poco a farle ritrovare gioia e serenità.

Anche la figlia avuta a 18 anni, di nome Valentina, è per Cristina fonte di grandi soddisfazioni. Infatti nonostante la malattia della madre Valentina ha iniziato a lavorare a 15 anni e ora è sposata felicemente e ha una bambina.

Al termine della proiezione però Cristina mette sul letto una confezione di pannoloni e diversi farmaci e allora mi sono chiesta quanto è cambiata in realtà la sua vita, e ho pensato che ciò che ha determinato il cambiamento in Cristina è stato fondamentalmente l’AMORE.

In seguito c’è stata la proiezione delle foto con didascalie fatte da noi della “Meridiana” e mi sono sentita orgogliosa di aver contribuito a questo lavoro. Son seguite delle testimonianze in video delle testimonianze in sala anche queste molto interessanti. Il pubblico era costituito principalmente da ragazzi di alcune scuole superiori, ai quali sono stati distribuiti dei questionari sulla tematica della salute mentale e sullo stigma relativo. In seguito alcuni specialisti del CSM si sarebbero recati nelle loro classi per rispondere agli eventuali quesiti di questi ragazzi.

DIVERSAMENTE: UNA GIORNATA PER LA SALUTE MENTALE

La giornata DIVERSAMENTE; dedicata alla malattia mentale, è stata molto interessante. È stato proiettato il film che raccontava la storia di Cristina, una paziente psichiatrica e della sua vita passata per lo più all’interno di una comunità qui a Padova. Questa storia è tratta dal libro autobiografico di Cristina che parla della sua vita da quando all’età di 21 anni è stata ricoverata in psichiatria, e di come ha passato la sua vita tra innumerevoli ricoveri e lunghi anni di percorrenza tra diverse comunità, fino, poi, al matrimonio con Marco all’età di 40 anni e alla convivenza con lo stesso. Ci sono inoltre alcuni interventi della figlia avuta prima di tutto questo. Tutta la storia è reale e i personaggi anche; tra l’altro sono proprio loro stessi in persona a raccontarsi. Sono stati proiettati inoltre altri due video, uno della Meridiana e uno di MonteMerlo; con tema sempre i disturbi mentali; la mattina si è conclusa poi con degli interventi di alcuni ospiti delle comunità e infin con qualche domanda fatta dal pubblico.

La giornata è stata molto interessante e ha chiarito molti degli aspetti della malattia mentale, mostrando cosa è, come evolve e come funziona e si svolge questo tipo di malattia in tutti i suoi aspetti e anche in alcune sue tipologie. È stato anche interessante dal punto di vista educativo il fatto di poter rispondere alle domande degli studenti.

Jack

INTERVISTARE PER COMUNICARE

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Sono Elisabetta, un utente del C.R.D. Attivamente e lo frequento da quasi due anni e mezzo.

Nel mio percorso riabilitativo, uno dei miei obiettivi, è quello di migliorarmi nella relazione con gli altri perché, sono una persona introversa. Con il tempo, però, ho trovato un modo di comunicare che, avvolte, mi aiuta sia ad uscire dal mio mondo che a comunicare con gli altri, scrivendo.

Penso che, queste interviste mi siano di aiuto ad iniziare il mio miglioramento nella comunicazione verbale e, per questo, ringrazio le persone che ho intervistato.

Vi auguro una buona lettura e Vi ringrazio.

Andrea (responsabile CRD), data la tua esperienza nel ruolo, sia di operatore che di responsabile, puoi descrivere come devono essere le persone che fanno questi lavori?

Andrea: “Innanzitutto, questo è un lavoro che si basa moltissimo sul lavoro con le persone; è un lavoro che ti porta a lavorare con le persone e non a lavorare da soli, dove, bisogna essere portati a un lavoro di squadra, bisogna avere molta fantasia e bisogna avere voglia di muoversi perché è un lavoro che richiede movimento, quindi non è un lavoro statico.”

Nel tuo lavoro, per te, l’utente è …?

“Innanzitutto, nel mio lavoro l’utente, è una persona, con la sua dignità, con la propria storia, che ha deciso di frequentare il nostro centro per ricevere un aiuto che le possa permettere di tornare a stare meglio e di realizzare i propri obiettivi di vita.”

Prima, hai detto che bisogna avere molta fantasia, in questi ruoli, puoi descrivere cosa intendi e in cosa consiste, nel tuo lavoro, la fantasia che bisogna avere?

“Innanzitutto, è la capacità di mettersi nei panni dell’altro, perché ogni persona ti pone il suo problema che non è mai uguale a quello di un’altra persona, quindi, la fantasia che ci viene richiesta, in questo lavoro, è la capacità di rispondere ad ogni singolo problema nel modo più efficace ed adeguato alle esigenze e ai bisogni della persona che abbiamo davanti.”

Elisabetta, da quanto tempo lavori in questo centro e puoi descrivere, per te, come deve essere un educatore?

Elisabetta: “Io qui ad Attivamente lavoro da otto anni e dal 2002 lavoro in Polis Nova. Per me, un educatore, deve avere delle competenze professionali e delle attitudini/qualità. Nello specifico è importante che sia empatico, che capisca, che riesca a mettersi nei panni della persona e a supportarla, ma che non si sostituisca alla persona stessa. Secondo me, l’educatore, deve credere nella persona che ha davanti e deve riuscire a trovare, a vedere le risorse, i punti di forza e le qualità che la persona fa fatica a riconoscere per poi riuscire a metterle in gioco e a superare le difficoltà.”

Nel tuo lavoro, per te, l’utente è …?

“Nel mio lavoro, l’utente, è una persona che rispetto, che ha bisogno di ricredere in se stesso e di migliorare la sua qualità di vita; è una persona che ha sofferto tanto ma, che nonostante tutto è riuscito ad alzarsi ed è una persona che … insegna e ammiro.”

Costanza, puoi dirmi come è questa tua esperienza di tirocinio, in questo centro?

Cosatnza: “Sicuramente è una bella esperienza che mi ha permesso di venire a contatto con una realtà interessante. Grazie a questa esperienza ho acquisito nuove competenze e abilità. Mi sento maturata sia dal punto di vista personale che professionale.”

Lo consiglieresti, come tirocinio, a una persona che ha intrapreso il tuo stesso percorso di studio e perché?

“Si, assolutamente si, perché Attivamente è un centro ben strutturato e funzionale è quindi un contesto di possibile crescita personale e professionale per una persona che sceglie il mio stesso campo di studio.”

Angela, si è appena concluso il tuo periodo come volontaria del servizio civile, in questo centro, puoi dirmi come è stato?

Angela: “Sicuramente è stata un’esperienza molto intensa che, rifarei e che mi ha chiesto di mettermi in gioco e, direi che, mi ha permesso di conoscere delle persone che sono stata contenta di incontrare.”

La consiglieresti, come esperienza, da intraprendere nella vita a una persona che conosci e perché?

“Assolutamente si, perché è un’esperienza che ti fa crescere come persona, direi  e, ti permette di acquisire molte competenze utili per il lavoro e, in più, Attivamente è un posto che ti accoglie e che ti permette di valorizzare le tue risorse personali.”

Elisabetta B.

Costruire

Se penso a cosa significa “costruire” in relazione al mio percorso in Meridiana mi viene da pensare alle relazioni interpersonali.

Le relazioni qua in comunità le sto sviluppando giorno dopo giorno e sto scegliendo io quali sviluppare.

Sto sviluppando anche amicizie esterne alla comunità grazie alle attività che svolgo fuori, come la zumba e lo stage. Sto cercando di portarle avanti con costanza, cercando di superare le emozioni negative che alle volte si fanno sentire.

Sto cercando di scoprire anche la gioia nelle relazioni interpersonali.

DIVERSAMENTE

LA LUCE CHE SALVA!

 

La foto, con la stanza in cui filtra un raggio di sole, rappresenta la salute mentale appena ritrovata. La stanza buia rappresenta uno stato di malessere mentale, in cui la persona è di umore depresso, non ha interesse verso la vita, è chiuso in se stesso, non ha relazioni importanti con altre persone e a volte ha pensieri di suicidio. A un certo punto segue il consiglio dei familiari e decide di far di tutto per uscire da quello stato. Si reca da uno psichiatra e psicoterapeuta che gli prescrive dei farmaci e gli propone dei colloqui. Grazie ai farmaci e al lavoro su se stesso pian piano la stanza comincia a essere meno buia, inizia a filtrare un raggio di luce che col tempo illuminerà tutta la stanza. A quel punto lo stato di malessere sarà diminuito notevolmente e la persona avrà ritrovato sempre più la gioia di vivere.

DIVERSAMENTE

Gioie e dolori

Per me questa foto rappresenta un sacco di cose.

Nella foto ci sono molti elementi distinti tra loro con un significato diverso e particolare per ognuno di loro.

Nell’immagine c’è rappresentata una rosa che per me ha centrato in pieno il significato del nome “gioie e dolori”. Proprio perché all’interno della rosa ci sono delle spinte pungenti che rappresentano il dolore mentre la parte superiore della rosa, ovvero il germoglio, è fatto di colore rosa ovvero un colore che rappresenta la gioia e la felicità. Oltre alla rosa in sé per sé nell’immagine ci sono rappresentate dei bicchieri e delle forchette che per me significano del buon cibo condiviso in compagnia.