Storia di un giovane ragazzo: ovvero come lanciare i dadi e inventare una storia (Parte II)

Provate a scrovere una storia con le seguenti parole: BASTONE; TARTARUGA; PESCE; ALBERO; MONDO; PONTE; FIAMMA; VIGNETTA; STELLA CADENTE.

Io ci ho provato e questo è il mio risultato, buona lettura!

Un giovane ragazzo un bel giorno d’estate, in una notte piena di stelle cadenti, con un cielo limpido e stellato andò dai suoi genitori che se ne stavano su un prato verde e infinito, li salutò levandosi il cappello e disse addio al suo vecchio nonno appoggiato al suo bastone davanti al fuoco; quella notte il giovane ragazzo se ne sarebbe partito e forse non sarebbe mai più ritornato. E fu così che andò, quella notte, il ragazzo, il cui nome era Geremia, attraversò il ponte che portava a casa sua e se ne andò nella notte; partì per vedere il mondo, studiare e conoscere i pesci esotici più strani, le tartarughe e anche gli alberi. Girò il mondo intero per circa trent’anni  imbarcandosi sulle navi, o spostandosi a cavallo; e scoprì che neanche il cielo era uno solo.

 

Jack

La storia di Paolo: ovvero come lanciare i dadi e inventare una storia

“Prova a scrivere una storia con le seguenti parole: torre, calamita, stella cometa, pesce, freccia”.

Questo è quello che mi ha detto l’educatrice stamattina durante l’attività ed ho voluto giocare con la mia creatività.

Ecco cosa ne è uscito fuori…buona lettura!

 

Il desiderio di Paolo

Paolo era un ragazzo sempre allegro, magro e minuto con una faccia sempre felice  che abitava in una torre a ridosso del mare. Viveva da solo Paolo e il suo tempo lo passava davanti a un pallottoliere dove nei giorni di mareggiata, con l’aiuto di un dado, contava quanti fulmini si abbattevano sul mare. Guardava spesso quell’immensa distesa d’acqua e una bella sera in una notte tersa senza una nuvola assistette a una cosa molto strana, il passaggio di una stella cometa che si abbatté come una freccia sulla profondità del mare. Impaurito ma curioso aveva come l’impressione che una strana forza lo attirasse, come una calamita negli abissi dell’oceano e così decise di scendere dalla torre e pian piano avvicinarsi alle onde per poi immergersi dove il fulmine si era scagliato.Nuotò per ore ed ore e alla fine stanco e infreddolito si riposo sulla spiaggia. Dormi profondamente e il giorno dopo al risveglio non si trovo più le gambe e le braccia ma strani arti mollicci ne avevano preso posto. Era diventato un pesce, un pesce tutto colorato dalla bocca grande e dal peso enorme.

L.