Recovery e supermercati – un percorso in salita

Carissime lettrici e carissimi lettori 

sono Martina  e adesso che il mio percorso in Meridiana sta per concludersi ho voglia  di raccontarvi come funziona e come mi ha migliorato.

Le aspettative 

I giorni prima dell’entrata ho pianto tanto, avevo nausea e vomito. Ero molto in ansia perché non sapevo cosa mi aspettava e come avrei gestito i miei tempi e le attività che già facevo, come il cucito (la mia grande passione!!!).

Sono entrata in comunità il 23 maggio 2017 per cercare di apprendere varie autonomie. Ho accettato anche se la cosa non mi rendeva felice, ne ero poco convinta perché pensavo fosse poco utile per me, poi mi sono ricreduta. Ora vi racconto perché.

I primi passi  

Quando sono arrivata ero molto: confusa, timida, paurosa dell’altro sesso e non mi fidavo di nessuno, nemmeno degli operatori.  

Facevo fatica a raccontare le mie paure e le mie problematiche, ad immaginare: un futuro sereno, ad aver fiducia in me ed a riuscire a dimagrire.   

Fin da subito ho partecipato alle attività e non mi sono dispiaciute, una su tutte quella di minuterie artistiche

Costruzione di relazioni

Ho passato vari momenti, anche di difficoltà. Infatti, ho iniziato a tagliarmi, ad andare contro le regole e, di conseguenza, a far vedere i sorci verdi agli operatori.   

Con il tempo sono riuscita ad affidarmi e fidarmi degli altri, soprattutto degli operatori. Ora ho un buon rapporto con tutti. 

Volevo ora fare degli esempi: da quanto ero timida e paurosa facevo fatica a stare seduta vicino ad un ragazzo a parlargli e a dirgli cose semplici, legate alla quotidianità. Per farvi capire: se ero in macchina con un mio amico, ero talmente in imbarazzo a fare qualche richiesta che preferivo mandargli un messaggio per evitare di parlargli a voce.

Obiettivi condivisi

Assieme alle mie operatrici abbiamo deciso di porci l’obiettivo di dimagrire. Ero parecchio in sovrappeso e facevo fatica a trovare le taglie giuste dei vestiti. 

Oppure quando discutevo con i miei operatori, prendevo la bici e scappavo al LIDL  per prendermi le barrette di cioccolato o strafogarmi di brioches per colmare quello che non riuscivo a fare o a dire.

Quindi abbiamo deciso di mangiare ad orari prestabiliti (5 volte al giorno) facendo dei piccoli spuntini, e tenendo il cibo sotto chiave… per la LIDL… non avevo soldi con me ed è stato più facile trattenermi. 

Grazie a queste strategie, al mio endocrinologo ma soprattutto alla mia forza di volontà e al supporto degli operatori, sono riuscita a perdere 36 kg (!!!) anche se non è stato semplice perché spesso trasgredivo (maledetto LIDL!!!). 

Grazie al percorso che sto facendo qui, oltre a dimagrire, ho raggiunto altri obiettivi importanti: muovermi in autonomia per i vari spostamenti (prima avevo bisogno della mamma-taxi); quello di avere più fiducia in me, imparare a fidarsi degli altri e capire meglio cosa dire e fare nei vari contesti relazionali e sociali. Durante questi due anni  ho fatto anche un percorso psicologico che mi ha aiutato a conoscermi meglio, ad avere fiducia in me e a superare un po’ le paure. 

Conclusioni

Tornassi indietro…lo inizierei questo percorso prima perché sono stata dieci anni “intrappolata” nelle mie difficoltà e adesso, con il senno di poi, posso dire a chi ha qualche dubbio sull’intraprendere questo percorso che: 

1-stare alle regole: non è facile, a volte serve scontrarcisi ma arriva il momento che poi si comprendono e si capisce la loro utilità.

2-fidarsi degli operatori: è fondamentale costruire una relazione significativa con loro che sono qui per aiutarci.

3-la grigliata mista il venerdì: che è sempre buona quando la portano!

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