A Natale dell’anno scorso in Meridiana abbiamo organizzato una festa molto speciale che non capita tanto spesso. Infatti, oltre a farci gli auguri, abbiamo anche festeggiato il pensionamento di Renzo, nostro infermiere. In quell’occasione Renzo ci ha salutati con una bel discorso ed una super torta!
Non abbiamo però smesso di vederlo, per fortuna. Infatti Renzo continua a farci visita e a partecipare, insieme a noi, all’attività di minuterie come volontario. Continua a leggere Volontariato in Meridiana
Oggi vi voglio raccontare la mia storia e il mio modesto esempio di recovery. Io frequento la comunità La Meridiana ormai da un anno; un anno molto intenso in cui si sono svolte diverse attività. Continua a leggere Un esempio di Recovery
Quando iniziamo a stare male non sempre ci riesce facile chiedere aiuto, non sempre sappiamo come fare, dove andare o non sempre il nostro messaggio viene compreso. Alla luce della nostra esperienza, ci sentiamo di dare alcuni consigli e a cosa stare attenti.
1.Chiedere aiuto a persone che ci fanno stare bene
A cosa serve un’associazione di utenti? Cosa fa? Come si fa ad esserne soci? E’ quello che hanno cercato di scoprire mercoledì scorso. Alcuni di noi, infatti, sono andati al Centro Attivamente della Cooperativa Polis Nova, dove ci aspettavano un paio di soci dell’associazione: “Il sole di notte”.
Il presidente dell’associazione, Giuseppe Pettinati, insieme a Emanuele Zanini ci hanno spiegato perché e come é nata l’associazione, cosa fa e quali sono i suoi obiettivi.
L’associazione
Questa associazione nasce a Treviso e si propone di portare avanti dei progetti condivisi tra persone con disagio psichico e le varie strutture che ruotano intorno alla malattia mentale.
Il suo nome, spiega il Presidente, deriva dal bisogno di aver, anche nei momenti più bui, una luce che possa illuminare e aiutare. L’associazione si propone di essere proprio questa fonte di speranza: un sole di notte, appunto!
Gli obiettivi
L’associazione dá voce alle persone con malattia mentale ma può essere anche un’occasione per confrontarsi con altri utenti che hanno avuto o hanno gli stessi problemi. Insomma, é un buon spazio di confronto!
Oltre alla lotta per i diritti dei malati di salute mentale, l’Associazione dedica tempo ed energia anche per l’organizzazione di momenti di condivisione e svago: gite, attività rivolte al benessere ed importanti incontri come quelli a Trento per: “Le parole ritrovate”
Come contattare l’associazione
L’associazione ha un blog al quale poter fare riferimento, dove vengono condivise informazioni sullo stato dei lavori e sulle iniziative in programma:
Il supporto o aiuto da parte di una persona di cui ci fidiamo è fondamentale per chi inizia ad avere i primi sintomi di una malattia o di un disagio interiore.
A chi chiedere aiuto?
Solitamente le prime persone a cui chiediamo supporto quando cominciamo a stare male sono la famiglia e gli amici. Può capitare che non ci sentiamo capiti e di conseguenza non trovare il supporto e l’aiuto necessario per far fronte ad i nostri problemi. Chiedere aiuto deve essere la prima cosa da fare quando si comincia a stare male-male. Allo stesso modo è molto importante perché altrimenti si rischia di isolarsi e di non avere le forze per affrontare i nostri problemi che lentamente avanzano.
La normalità della paura
E’ normale quando si avvertono i primi sintomi essere spaventati e chiudersi in se stessi ma sono due cose che non bisogna assolutamente fare. E’ molto importante mantenere una buona e sana rete amicale e spiegare bene alla propria famiglia ciò che ci sta accadendo.
Un modesto consiglio
Il mio consiglio quando si comincia a stare male è di rivolgersi ad un CSM (centro di salute mentale) del vostro paese, chiedere una mano e fidarsi dei medici e, se necessario e concordato con il proprio medico, affidarsi alla terapia sia psicologica sia farmacologica.
Infine volevo lasciarvi con questo messaggio: guarire è possibile, non siete soli.
Nella riabilitazione spesso ci troviamo a fare i conti con le strategie di coping. Ma cosa sono?
Secondo wikipedia: coping (termine inglese traducibile con “strategia di adattamento”) indica l’insieme dei meccanismi psicologici adattativi messi in atto da un individuo per fronteggiare problemi personali ed interpersonali, allo scopo di gestire, ridurre o tollerare lo stress ed il conflitto[
In altre parole, le strategie di coping sono tutte quelle strategie che ci aiutano a stare bene, rilassarci o “rassicurarci” quando sentiamo che il nostro livello di stress aumenta,
Sono importanti queste strategie perché, oltre a capire meglio come funziona la nostra malattia, ci aiutano anche ad avere meno sintomi in quanto, abbiamo notato, i sintomi aumentano quando ci sentiamo sotto stress!
L’altro giorno in attività, abbiamo provato a rifletterci in gruppo e abbiamo notato che possono esserci strategie funzionali e disfunzionali. In cosa sta la differenza?
Quelle funzionali, che non sono proprio facilissime da trovare o mettere in campo, ci aiutano a fronteggiare lo stress e stare bene ma senza grossi rischi per la salute.
Quelle disfunzionali, invece, sono quelle che sul momento possono aiutare a farci stare meglio ma ti lasciano un po’ con l’amaro in bocca. Come se il bilancio tra benefit e spese, a lungo andare, fosse sbilanciato verso la seconda.
Forse la nostra sfida nella recovery sta proprio in questo: provare a vedere se nuove strategie funzionali possono funzionare per vecchi meccanismi.
Intanto ci siamo allenati a fare una lista e le abbiamo divise tra:
da soli;
in compagnia.
DA FARE DA SOLI
Mangiare e bere bene: coccolarsi con un po’ di cioccolato MA gestire il cibo in modo equilibrato!
Terme
Palestra
Passeggiata
Sport
Andare in bicicletta
Visite e gite
Andare in Moto
Farsi una Doccia
Pensare ai nonni e alle persone che mi vogliono bene
Uscire nel weekend
Musica, film, cinema, TV, PC, danza, teatro
Cucinare
Leggere
Disegnare e dipingere -> occupare il tempo con creatività
Sognare
Trovare un impegno adatto a me
Dormire un po’ di più la mattina
Stare da soli tranquilli
Shopping
Terapia della risata
Smettere di fumare
Fumare
Piangere e buttare fuori
DA FARE IN COMPAGNIA
Uscite nel weekend
Sesso
Palestra
Giochi da tavolo
Terapia della risata
Stare con i bambini
Bowling
Sentire qualcuno che ti vuole bene e te lo dimostra
La sera di capodanno del 2017 è stata la prima notte di capodanno che ho passato in famiglia e non con gli amici, questo perchè volevo stare da solo. L’anno 2017 mi è costato molta fatica perchè iniziarono a sentirsi i sintomi della malattia, stanchezza e paura occupavano le mie giornate.
E’ stato un anno molto impegnativo perchè mi sono sempre preoccupato della mia salute e del mio benessere. Tutte queste cose hanno interrotto la mia vita ma nonostante tutto sento che inizio a riprendermi. Tutto sommato sono contento di queste cose perchè penso che sono stati processi di avanzamento che infine mi porteranno alla guarigione.
L’anno 2017 è stato un anno disastroso. E’ cominciato con un profondo e duraturo periodo di crisi interiore. Dopo pochi mesi dall’inizio dell’anno e in un momento in cui stavo ancora molto male , mi sono lasciato con la mia ex ragazza (dopo 2 anni di relazione) .
L’inizio di un’odissea
Dopo nemmeno 1 mese dalla rottura, ho avuto un ricovero inrepartopsichiatrico (il primo di 3 ricoveri avuti nel 2017) per poi essere trasferito in una comunità per tossicodipendenti che però non faceva per me. Sono resistito in questa comunità per 4 mesi per poi tornare per la seconda volta dell’anno in reparto. Dopo un mese a Villa Napoleon e un altro mese in reparto il 13 dicembre sono giunto qui alla Meridiana.
Fine dell’odissea e inizio di un viaggio
Qui mi trovo bene e i miei progetti per l’anno nuovo sono: dimagrire ed iniziare un tirocinio. Sono felice e speranzoso perché qui alla Meridiana mi aiutano a fare questo. Vorrei inoltre avere la possibilità di fare un corso per diventare panettiere e sono felice perchè il mio operatore mi ha detto che la cosa è fattibile e mi ha spronato nel farlo.
Ringrazio tutti gli operatori ed i ragazzi della comunità per il sostegno che mi danno e mi auguro di partire al meglio per questo 2018.
Da quando siamo in Meridiana i nostri fratelli all’unanimità sono innanzitutto rassicurati perché sanno che siamo un posto utile per noi, sanno che stiamo lavorando sodo per stare bene e per ottenere degli obiettivi che prima sembravano tanto, se non troppo, lontani come per esempio:
studiare e sostenere degli esami,
fare un tirocinio lavorativo che magari ci darà poi la possibilità di lavorare,
creare dei legami con altre persone con cui trascorrere il tempo libero e con cui socializzare.
Sono contenti ed orgogliosi di noi e ciò che più ci piace è che credono nella possibilità che attraverso l’esperienza comunitaria noi possiamo arrivare a stare bene e ad essere soddisfatti della nostra vita.