L’obiettivo è: avere un obiettivo – La storia di W.

Due anni fa è giunta qui in Meridiana come residente una ragazza timida e ansiosa, esattamente dopo Fuori di Festa. Questa ragazza non sapeva cosa l’aspettava ma sapeva quello che voleva ottenere. L’obiettivo era uscire fuori di casa e trovarsi un lavoro. Continua a leggere L’obiettivo è: avere un obiettivo – La storia di W.

Una festa per tutti

Sono in Meridiana da circa due mesi e, insieme agli altri ospiti, mi sono trovata a preparare Fuori di Festa 19. La festa è stata bella! Ci eravamo tutti con le nostre emozioni. Anche la mia famiglia ha partecipato ed è stata felice di essere presente. I miei genitori e mio marito mi hanno finalmente vista sotto una luce diversa, migliore… una nuova I. che, dopo tanto tempo, si è rimessa in gioco. L’obiettivo è: volersi più bene e di vivere più serenamente la propria vita! Anche i miei figli sono stati felici di partecipare perchè, oltre ad essersi divertiti, hanno visto che la loro mamma qui in Meridiana sta bene e che, anche se ci vediamo meno, il tempo che passiamo insieme è certamente un tempo di qualità. Continua a leggere Una festa per tutti

Volontariato in Meridiana

A Natale dell’anno scorso in Meridiana abbiamo organizzato una festa molto speciale che non capita tanto spesso. Infatti, oltre a farci gli auguri, abbiamo anche festeggiato il pensionamento di Renzo, nostro infermiereIn quell’occasione Renzo ci ha salutati con una bel discorso ed una super torta!

Non abbiamo però smesso di vederlo, per fortuna. Infatti Renzo continua a farci visita e a partecipare, insieme a noi, all’attività di minuterie come volontario. Continua a leggere Volontariato in Meridiana

Un esempio di Recovery

Oggi vi voglio raccontare la mia storia e il mio modesto esempio di recovery. Io frequento la comunità La Meridiana ormai da un anno; un anno molto intenso in cui  si sono svolte diverse attività. Continua a leggere Un esempio di Recovery

6 cose che funzionano nel chiedere aiuto nella salute mentale

Quando iniziamo a stare male non sempre ci riesce facile chiedere aiuto, non sempre sappiamo come fare, dove andare o non sempre il nostro messaggio viene compreso. Alla luce della nostra esperienza, ci sentiamo di dare alcuni consigli e a cosa stare attenti.  

1.Chiedere aiuto a persone che ci fanno stare bene

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Incontro con l’associazione: “Il sole di notte”

A cosa serve un’associazione di utenti? Cosa fa? Come si fa ad esserne soci? E’ quello che hanno cercato di scoprire mercoledì scorso.  Alcuni di noi, infatti, sono andati al Centro Attivamente della Cooperativa Polis Nova, dove ci aspettavano un paio di soci dell’associazione: “Il sole di notte”.

Il presidente dell’associazione, Giuseppe Pettinati, insieme a  Emanuele Zanini ci hanno spiegato perché e come é nata l’associazione, cosa fa e quali sono i suoi obiettivi.

L’associazione

Questa associazione nasce a Treviso e si propone di portare avanti dei progetti condivisi tra persone con disagio psichico e le varie strutture che ruotano intorno alla malattia mentale.

Il suo nome, spiega il Presidente, deriva dal bisogno di aver, anche nei momenti più bui, una luce che possa illuminare e aiutare. L’associazione si propone di essere proprio questa fonte di speranza: un sole di notte, appunto!

Gli obiettivi

L’associazione dá voce alle persone con malattia mentale ma può essere anche un’occasione per confrontarsi con altri utenti che hanno avuto o hanno gli stessi problemi. Insomma, é un buon spazio di confronto!

Oltre alla lotta per i diritti dei malati di salute mentale, l’Associazione dedica tempo ed energia anche per l’organizzazione di momenti di condivisione e svago: gite, attività rivolte al benessere ed importanti incontri come quelli a Trento per: “Le parole ritrovate

Come contattare l’associazione

L’associazione ha un blog al quale poter fare riferimento, dove vengono condivise informazioni sullo stato dei lavori e sulle iniziative in programma:

http://blog.libero.it/IlSoleTreviso/

Una foto del volantino dell’associazione: il Sole di Notte

 

Il supporto o aiuto nella salute mentale

Il supporto  o aiuto da parte di una persona di cui ci fidiamo è fondamentale per chi inizia ad avere i primi sintomi di una malattia o di un disagio interiore.

A chi chiedere aiuto?

Solitamente le prime persone a cui chiediamo supporto quando cominciamo a stare male sono la famiglia e gli amici. Può capitare che non ci sentiamo capiti e di conseguenza non trovare il supporto e l’aiuto necessario per far fronte ad i nostri problemi. Chiedere aiuto deve essere la prima cosa da fare quando si comincia a stare male-male. Allo stesso modo  è molto importante perché altrimenti si rischia di isolarsi e di non avere le forze per affrontare i nostri problemi che lentamente avanzano.

La normalità della paura

E’ normale quando si avvertono i primi sintomi essere spaventati e chiudersi in se stessi ma sono due cose che non bisogna assolutamente fare. E’ molto importante mantenere una buona e sana rete amicale e spiegare bene alla propria famiglia ciò che ci sta accadendo.

Un modesto consiglio

Il mio consiglio quando si comincia a stare male è di rivolgersi ad un CSM (centro di salute mentale) del vostro paese, chiedere una mano e fidarsi dei medici e, se necessario e concordato con il proprio medico, affidarsi alla terapia sia psicologica sia farmacologica.

Infine volevo lasciarvi con questo messaggio: guarire è possibile, non siete soli.

Kurt

Devi fare ciò che ti fa stare bene! Le strategie di coping

Le strategie di coping

Nella riabilitazione spesso ci troviamo a fare i conti con le strategie di coping. Ma cosa sono?

Secondo wikipedia: coping (termine inglese traducibile con “strategia di adattamento”) indica l’insieme dei meccanismi psicologici adattativi messi in atto da un individuo per fronteggiare problemi personali ed interpersonali, allo scopo di gestire, ridurre o tollerare lo stress ed il conflitto[

In altre parole, le strategie di coping sono tutte quelle strategie che ci aiutano a stare bene, rilassarci o “rassicurarci” quando sentiamo che il nostro livello di stress aumenta,

Sono importanti queste strategie perché, oltre a capire meglio come funziona la nostra malattia, ci aiutano anche ad avere meno sintomi in quanto, abbiamo notato, i sintomi aumentano quando ci sentiamo sotto stress!

L’altro giorno in attività, abbiamo provato a rifletterci in gruppo e abbiamo notato che possono esserci strategie funzionali e disfunzionali. In cosa sta la differenza?

  1. Quelle funzionali, che non sono proprio facilissime da trovare o mettere in campo, ci aiutano a fronteggiare lo stress e stare bene ma senza grossi rischi per la salute.
  2. Quelle disfunzionali, invece, sono quelle che sul momento possono aiutare a farci stare meglio ma ti lasciano un po’ con l’amaro in bocca. Come se il bilancio tra benefit e spese, a lungo andare, fosse sbilanciato verso la seconda.

Forse la nostra sfida nella recovery sta proprio in questo: provare a vedere se nuove strategie funzionali possono funzionare per vecchi meccanismi. 

Intanto ci siamo allenati a fare una lista e le abbiamo divise tra:

  • da soli;
  • in compagnia.

DA FARE DA SOLI

  • Mangiare e bere bene: coccolarsi con un po’ di cioccolato MA gestire il cibo in modo equilibrato!
  • Terme
  • Palestra
  • Passeggiata
  • Sport
  • Andare in bicicletta
  • Visite e gite
  • Andare in Moto
  • Farsi una Doccia
  • Pensare ai nonni e alle persone che mi vogliono bene
  • Uscire nel weekend
  • Musica, film, cinema, TV, PC, danza, teatro
  • Cucinare
  • Leggere
  • Disegnare e dipingere -> occupare il tempo con creatività
  • Sognare
  • Trovare un impegno adatto a me
  • Dormire un po’ di più la mattina
  • Stare da soli tranquilli
  • Shopping
  • Terapia della risata
  • Smettere di fumare
  • Fumare
  • Piangere e buttare fuori

DA FARE IN COMPAGNIA

  • Uscite nel weekend
  • Sesso
  • Palestra
  • Giochi da tavolo
  • Terapia della risata
  • Stare con i bambini
  • Bowling
  • Sentire qualcuno che ti vuole bene e te lo dimostra
  • Non parlare con chi mi crea tensione
  • Vedere un amico
  • Gentilezza
  • Sentire famigliari
  • Stare insieme agli altri per non sentirsi soli
  • Sorriso sincero
  • Essere protagonista del gruppo
  • Condividere il malessere con persone fidate

E tu? Quali strategie di coping hai? 

Bilancio 2017 e propositi 2018 (II)

La sera di capodanno del 2017 è stata la prima notte di capodanno che ho passato in famiglia e non con gli amici, questo perchè volevo stare da solo. L’anno 2017 mi è costato molta fatica perchè iniziarono a sentirsi i sintomi della malattia, stanchezza e paura occupavano le mie giornate.

E’ stato un anno molto impegnativo perchè mi sono sempre preoccupato della mia salute e del mio benessere. Tutte queste cose hanno interrotto la mia vita ma nonostante tutto sento che inizio a riprendermi. Tutto sommato sono contento di queste cose perchè penso che sono stati processi di avanzamento che infine mi porteranno alla guarigione.